Summary

Sommario: Adolescence è una miniserie che esplora con autenticità e profondità le sfide e le emozioni dell’adolescenza. Con una narrazione intensa, personaggi complessi e una colonna sonora evocativa, la serie riesce a catturare la complessità della crescita personale, suscitando riflessioni e emozioni nel pubblico. Un viaggio emotivo che rimane impresso.

Adolescence (2025)

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Adolescence è una miniserie britannica del 2025 creata da Jack Thorne e Stephen Graham, diretta da Philip Barantini e distribuita su Netflix il 13 marzo 2025. La serie si apre con una tragedia e ci porta indietro nel tempo per ricostruire, passo dopo passo, il percorso che ha condotto un gruppo di ragazzi a un evento sconvolgente. Senza mai cedere allo spoiler, la narrazione si sviluppa seguendo da vicino le tensioni e le trasformazioni di un giovane apparentemente ordinario, rivelando gradualmente le ferite invisibili, le pressioni sociali e le dinamiche sotterranee che segnano l’adolescenza contemporanea.

La miniserie si immerge con intensità e profondità nelle turbolenze dell’età giovanile, affrontando tematiche universali come l’identità, l’amore, il conflitto e la crescita personale. L’ambientazione urbana e suburbana contribuisce a creare un contrasto potente tra la dimensione interiore dei protagonisti e l’ambiente esterno che li circonda, spesso ostile o indifferente. Ogni episodio si concentra su una diversa sfumatura emotiva o sociale, costruendo un mosaico realistico e toccante dell’adolescenza.

Un ruolo fondamentale è affidato all’ambiente scolastico, microcosmo di tensioni, regole, aspettative e incomprensioni. La scuola, che dovrebbe essere un presidio educativo e di ascolto, si rivela invece un luogo disarmato di fronte al dolore silenzioso degli studenti. Le relazioni tra alunni e docenti appaiono distanti, sfalsate da un’incomunicabilità crescente: il mondo degli adulti e quello dei ragazzi sembrano separati da un abisso. Le crepe del sistema educativo si allargano sotto il peso di un disagio che nessuno vuole o riesce a vedere davvero.

Accanto a questo mondo reale, seppur imperfetto, ne esiste uno parallelo: quello virtuale. Un universo invisibile agli adulti ma potentissimo per gli adolescenti, dove si annidano ideologie pericolose, codici nascosti, linguaggi violenti e modelli distorti di mascolinità. La miniserie denuncia con forza l’influenza della manosfera, ovvero quell’insieme di forum, video e community online in cui proliferano visioni misogine, gerarchiche e radicalizzanti. È all’interno di questi spazi che si diffonde la cosiddetta “teoria dell’80%-20%”, secondo cui l’80% delle donne sceglierebbe il 20% degli uomini, alimentando una narrativa tossica di rifiuto e rivendicazione che può trasformarsi in odio e violenza.

La cultura incel (involontariamente celibe), più che una semplice etichetta, diventa una gabbia mentale in cui alcuni giovani si rinchiudono, incapaci di elaborare il proprio disagio in modo costruttivo. Adolescence esplora questa deriva con sguardo lucido, senza giudizio, ma con la volontà di far emergere quanto sia urgente parlarne apertamente. Il risultato è un ritratto inquietante e necessario, che mette a nudo le fragilità mascherate da cinismo e le crisi identitarie che si celano dietro l’odio di facciata.

Tra i risvolti più drammatici, la serie non si tira indietro nel mostrare le conseguenze estreme di questo malessere, inclusi episodi di violenza reale come i knife attacks, attacchi con coltello che rappresentano purtroppo una piaga crescente nel mondo giovanile. Tali atti non vengono mai spettacolarizzati, ma inseriti in un contesto di allarme e dolore collettivo, che chiama in causa non solo i singoli, ma l’intera comunità educante.

Adolescence è dunque molto più di una semplice serie teen: è un grido silenzioso, un racconto doloroso e potente che chiama alla responsabilità adulti, scuole, istituzioni e genitori. Mostra quanto il mondo digitale possa diventare una prigione, quanto la solitudine possa trasformarsi in rabbia, e quanto la mancanza di ascolto possa generare derive pericolose.

Una regia sensibile, una colonna sonora evocativa e interpretazioni straordinarie accompagnano lo spettatore lungo un viaggio emotivo che lascia il segno. Ogni personaggio è scritto con attenzione, evitando stereotipi e lasciando spazio all’ambiguità e alla complessità. L’evoluzione narrativa non segue percorsi scontati, ma procede tra scelte difficili, scoperte dolorose e momenti di profonda umanità.

Adolescence si rivela così un’opera coraggiosa, autentica e necessaria. Un ritratto della gioventù contemporanea che non cerca colpevoli, ma comprensione. Una serie che scuote e fa pensare, offrendo strumenti per interpretare le ombre che si nascondono dietro lo schermo e tra i banchi di scuola.

Cima Bue

Sommario: Adolescence è una miniserie che esplora con autenticità e profondità le sfide e le emozioni dell’adolescenza. Con una narrazione intensa, personaggi complessi e una colonna sonora evocativa, la serie riesce a catturare la complessità della crescita personale, suscitando riflessioni e emozioni nel pubblico. Un viaggio emotivo che rimane impresso.Adolescence (2025)