Ricevo spesso email dai nostri esploratori della Mentalità Amplificata: piccole scintille di vissuto che accendono il nostro fuoco interiore. Stavolta, però, la posta in arrivo ha fatto un bel rumore: Sophie, compagna di squadra e mente curiosa, era al Foro Italico per l’82ª edizione degli Internazionali BNL d’Italia 2025 di tennis e mi ha scritto a caldo per raccontarmi l’esordio di Jannik Sinner. Le sue parole, buttate giù con il fiato corto dell’emozione, trasudano l’energia del Centrale—tanto che, leggendole, mi sembrava di sentire il rintocco delle racchette e il brusio della folla.
Ecco la sua mail, carica di emozioni vive, buona lettura:.
To: cima.bue@mentalitaamplificata.it From: sophie@mentalitaamplificata.it
Ciao Cima Bue,
sono a Roma, immersa nell’energia degli Internazionali d’Italia, e vorrei condividere con la community di Mentalità Amplificata un pensiero a caldo su ciò che ho vissuto.
Elogio della Semplicità
Assistere agli Internazionali d’Italia, a Roma, è sempre un’esperienza travolgente: la magia dello sport, la gioia di vivere momenti indimenticabili e l’entusiasmo degli appassionati di tennis (e non solo) pervadono l’atmosfera. Questa volta, però, qualcosa era diverso: in campo non c’era soltanto il numero 1 del mondo, di rientro dopo uno stop forzato, ma anche un ragazzo umile che, insieme al suo talento, porta avanti valori come il rispetto, l’umiltà, la gratitudine e la dignità.
L’esordio di Jannik Sinner contro Mariano Navone, sul Campo Centrale del Foro Italico sabato 10 maggio, è stato come assistere alla corsa agile di una gazzella: ogni colpo sembrava nascere dal suo corpo esile con una forza e una naturalezza disarmanti—un connubio perfetto di leggerezza e potenza, agilità e calma, fragilità e resistenza. Vederlo giocare è stato uno spettacolo nello spettacolo, che mi ha fatto capire fin dove possa spingersi l’essere umano quando corpo e mente viaggiano all’unisono.
Mi hanno colpito le parole di Sinner nell’affollatissima conferenza stampa al Foro Italico che ha preceduto il suo esordio. Alla domanda su cosa pensasse della “Sinner mania”, ha risposto:
«Sono un ragazzo di 23 anni, sono bravo a giocare a tennis ma non cambio il mondo... ...Il successo non può cambiare ciò che uno è».
In queste parole risiede l’essenza del campione e dell’uomo: consapevolezza di sé, umiltà e semplicità. La differenza tra un talentuoso giocatore e un vero campione sta proprio nella capacità di liberarsi dal peso delle aspettative, fare ciò che ama al massimo delle proprie possibilità e restare fedele a se stesso.
Onore a Sinner per la grazia e la maturità finora dimostrate: è un esempio concreto di come l’accettazione di sé e il lavoro costante possano portarci a risultati straordinari, dentro e fuori dal campo.
A presto, Sophie
Chiosa al Volo
La lezione che porto a casa dalle parole di Sophie è cristallina: la forza autentica non sta nei fuochi d’artificio del successo, ma nella capacità di custodirli come scintille tascabili e proseguire il cammino con passo leggero. Sinner, con il suo sorriso pacato e il rovescio affilato, ci ricorda che la semplicità non è mancanza, bensì pienezza: è l’arte di togliere il superfluo per far brillare l’essenziale.
Coltiviamo allora questa sobria audacia nella vita di tutti i giorni: che sia un allenamento in palestra, una riunione di lavoro o il ticchettio della tastiera del nostro Pc. Il vero test non è misurarci con l’esterno, ma con l’asticella invisibile che piantiamo dentro di noi e che alziamo di un millimetro alla volta. Se restiamo fedeli a ciò che siamo mentre perseguiamo ciò che possiamo diventare, ogni colpo, come il servizio di Sinner, finirà per trovare la sua linea.
Cima Bue
Immagine scattata durante gli Internazionali d’Italia 2025 – uso editoriale – © Mentalità Amplificata