Summary

Un libro che è al tempo stesso autobiografia e manifesto di un calcio che forma prima l’uomo e poi il giocatore. Filippo Galli sfida le convenzioni, proponendo un metodo di formazione innovativo e profondamente umano, basato sulla crescita globale dell’atleta. Una lettura illuminante per chiunque creda in uno sport che va oltre il risultato, un invito a ripensare il calcio non come semplice competizione, ma come strumento di crescita personale e collettiva.

Il mio calcio eretico

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Ci sono libri che raccontano di imprese, e libri che provano a insegnare una visione. Il Mio Calcio Eretico di Filippo Galli appartiene alla seconda categoria. Non è solo un resoconto della sua carriera, delle vittorie con il grande Milan di Sacchi e Capello o del lavoro con i giovani: è un manifesto per un calcio che rispetta la persona prima del giocatore, che valorizza il talento senza dimenticare la crescita umana. Galli racconta la sua esperienza da giocatore e da responsabile del settore giovanile con l’occhio di chi ha vissuto il campo come una palestra di vita, una sfida continua tra tradizione e innovazione.

Il cuore del libro è il concetto di eresia calcistica, la volontà di andare oltre i dogmi consolidati, di portare nel calcio idee provenienti da altri ambiti, di considerare ogni calciatore come un individuo complesso, fatto di emozioni, relazioni e crescita interiore, non solo di tecnica e tattica. La formazione del giocatore, secondo Galli, non può limitarsi all’allenamento fisico e strategico: deve includere una crescita psicologica e sociale, in un ambiente che stimola il pensiero critico e la consapevolezza di sé.

Il libro si muove su due binari: il racconto personale e la riflessione metodologica. Galli ci porta sul campo, tra duelli con campioni del calibro di Maradona e Platini, ci immerge nei momenti di gloria del Milan degli anni d’oro, ma poi sposta il focus sulla sua seconda carriera, quella di formatore, dove si scontra con le rigidità del calcio giovanile italiano, ancora troppo legato a schemi obsoleti. Il suo approccio è quasi rivoluzionario per il nostro paese: il talento va coltivato in un sistema che metta il giocatore nelle condizioni di apprendere, non di ripetere gesti meccanici.

La parte più illuminante riguarda proprio la metodologia di formazione dei giovani. Galli è un fautore dell’apprendimento situazionale, dell’importanza del contesto e della complessità del gioco. Il calcio non è solo tecnica, è intelligenza, percezione dello spazio, capacità di adattamento. In questo senso, il libro è una sfida aperta a chi crede ancora nel calcio fatto solo di ripetizioni ossessive e drill isolati.

Un altro punto di forza del libro è il tono: non c’è mai supponenza, mai l’atteggiamento di chi vuole imporre la propria verità assoluta. Galli si mette in discussione, racconta i suoi errori e i suoi dubbi, ammette le difficoltà di far passare certi concetti in un ambiente spesso refrattario al cambiamento. Ma è proprio questa sincerità che rende il libro un testo potente, una lettura ispiratrice per chiunque lavori nello sport, ma anche per chi crede che l’educazione, in qualsiasi campo, debba partire dalla persona prima che dall’atleta.

Oltre alla sua visione innovativa, Galli offre una profonda riflessione sulla cultura calcistica italiana, spesso fossilizzata su modelli rigidi che privilegiano l’immediatezza del risultato a discapito della crescita a lungo termine. La sua esperienza gli ha insegnato che senza pazienza, senza un progetto educativo solido e senza il coraggio di cambiare, il talento rischia di spegnersi prima ancora di sbocciare. Nel calcio, come nella vita, la fretta è spesso il peggior nemico della qualità.

L’eresia di cui parla Galli non è una provocazione fine a se stessa, ma un atto di responsabilità. Essere eretici significa non accettare le cose solo perché “si è sempre fatto così”, significa guardare oltre le consuetudini e cercare soluzioni nuove, più adatte ai tempi e alle esigenze dei ragazzi di oggi. Il suo messaggio è chiaro: il calcio non può essere solo risultato, deve essere un mezzo per formare persone migliori, capaci di pensare, di adattarsi e di affrontare le sfide con consapevolezza.

Lettura consigliata non solo a chi lavora nello sport, ma a tutti coloro che credono nel valore della formazione e della crescita personale. Perché in fondo, che si parli di calcio o di qualsiasi altro ambito, il principio è lo stesso: l’educazione deve essere prima di tutto umana, poi tecnica.

Un libro che è al tempo stesso autobiografia e manifesto di un calcio che forma prima l’uomo e poi il giocatore. Filippo Galli sfida le convenzioni, proponendo un metodo di formazione innovativo e profondamente umano, basato sulla crescita globale dell’atleta. Una lettura illuminante per chiunque creda in uno sport che va oltre il risultato, un invito a ripensare il calcio non come semplice competizione, ma come strumento di crescita personale e collettiva.Il mio calcio eretico